Il mezzo si presenta bene, nonostante i suoi 36 anni è originale al 95% e completo di tutte le sue parti tranne il calibratore, ovvero condotto di aspirazione sulla scatola filtro e della placca paramotore, entrambi assenti.

Apparentemente sembra sia stato utilizzato in modo intensivo, probabilmente ha anche gareggiato nel passato, alcuni dettagli di usura, assieme ad un Dell’Orto SHB 19/19 B senza strozzatura al collettore e rimozione del calibratore (per aumentare la portata d’aria al carburatore), unito a catena maggiorata, corona in ergal e comandi in alluminio Magura Arancioni, sono indizi precisi. Tutte queste modifiche, assieme a molte altre, erano la normalità a quei tempi. Strutturalmente, ciclisticamente parlando, il MIK26 Regolarità Casa è identico al MIK26 Regolarità Competizione e ne monta infatti gli stessi ammortizzatori posteriori Marzocchi a gas, forcellone posteriore a “banana” (ovvero ricurvo nella sua parte finale e rinforzato), cuscinetti cilindri (e non sferici) al canotto dello sterzo e mozzi freno conici per un loro migliore raffreddamento.

L’unico vero particolare che li differenzia (a parte il carburatore che può essere facilmente sostituito) è il cilindro che per il Regolarità Casa è a due travasi mentre il Competizione ne monta uno a 4 ed eroga un potenza notevolmente superiore pari a ben 12 cv! Questo modello richiedeva obbligatoriamente che il mezzo fosse targato, come avveniva un tempo per i 125cc o superiori.