FANTIC MOTOR Trial 50 – 1979

Eccola appena arrivata nella sua nuova dimora.

E come in tutti i restauri, si inizia smontando tutto quello che è possibile fino a lasciare il nudo telaio.

Appare subito chiaro che il mezzo è ancora un “conservato”, si è vero, manca il fanalino posteriore sostituito con uno del Garelli o di una bici, ma non c’è traccia di restauri precedenti, che non sia, forse, la sostituzione delle fiancatine laterali con quelle del secondo modello (identificabili dalle diverse decalcomanie) e una riverniciatura del terminale silenziatore che risulterà poi anche tagliato e (malamente) saldato, tanto da perdere gas dalla saldatura con la staffa di ancoraggio. Verrà poi sostituito con uno nuovo sempre originale.
Il serbatoio mostra i segni di un tentativo, invano, di incollaggio dei fregi in plastica su un modello che montava originariamente le decalcomanie e quindi privo della necessaria “incavatura”.
Anche il paramotore è malconcio, mancano diversi pezzi, come se avesse fatto veramente “Trial” in passato. Ad una più attenta analisi anche la culla, nella zona paramotore, risulta un po ammaccata. Un paramotore nuovo e sempre originale è il minimo per completare alla fine il restauro che sarà di tipo “conservativo”.

Conservarlo è la scelta giusta, mi piacciono molto i segni di usura sul telaio nella zona pedivelle, lo strofinamento degli stivali ha rimosso vernice e fondo portando al ferro nudo il telaio. Si, vi sono diversi altri punti il cui il telaio è “pelato”, ma in nessuno di questi la ruggine lo ha aggredito in modo importante.
Dopo la pulizia di fondo con sgrassatori, stracci, diversi utensili per arrivare nei punti più difficili e remoti ed una passata con pasta abrasiva per carrozzieri, decido di appicare una mano di “Ferox” sulle aree esposte del telaio. Tale prodotto è un convertitore di ruggine che chimicamente lavora su di essa trasformandola in uno strato compatto, liscio (e verniciabile ) che impedisce l’ulteriore formazione di nuova ruggine.
L’aspetto è degno di una moto che ha gareggiato, d’altronde con un numero di telaio basso come questo non c’è da stupirsi che abbia effettivamente partecipato a competizioni professionali o amatoriali. L’aspetto finale conserva impresse sulla “pelle” le numerose uscite, gare, scampagnate, avventure, etc…

E’ stata la scelta giusta.